Tra sacro e profano: la più antica chiesa di Ravenna e la Domus dei Tappeti di Pietra

Tra sacro e profano: la più antica chiesa di Ravenna e la Domus dei Tappeti di Pietra

“Coepit Hic Fides Ravennatum”
Qui ebbe inizio la fede dei ravennati
(Verso inscritto in una nicchia della sacrestia della chiesa di Sant’Eufemia)

Secondo la tradizione la chiesa di Sant’Eufemia, costruita tra il 1742 e il 1747 su disegno di Gian Francesco Buonamici (architetto anche del Duomo di Ravenna), sarebbe stata edificata su un precedente luogo di culto cristiano. La leggenda vuole che sul sito in questione sorgesse il più antico luogo sacro di Ravenna e dell’intera regione. Qui, il futuro Sant’Apollinare, consacrato vescovo di Ravenna nell’anno 46 d.C. da San Pietro, somministrava i primi sacramenti cristiani e istruiva i fedeli in una delle stanze dell’allora Palazzo del Tribuno che diverrà poi la primitiva chiesa di Sant’Eufemia. La chiesa verrà dedicata alla martire poiché, narra ancora la leggenda, Apollinare, passando per Aquileia prima di giungere a Ravenna, si fece consegnare come sacra reliquia il corpo della giovane morta da poco.

Oggi l’edificio si presenta a pianta circolare e con tre altari al suo interno. Al centro della chiesa, sotto l’altare principale, si trova tuttora l‘arcata di marmo con le reliquie della martire Eufemia, rinvenute durante la ristrutturazione del 1686. Dietro questo altare maggiore è situato il coro, luogo da cui è necessario passare per accedere al sito archeologico della Domus dei Tappeti di Pietra, uno dei più importanti siti scoperti negli ultimi decenni.

Nel 2002, infatti, la Fondazione RavennAntica, ha aperto al pubblico il complesso archeologico della Domus, una moderna sala sotterranea composta da oltre 400 metri quadrati di mosaici policromi e marmi che decoravano le superfici delle 14 sale di un grande palazzo bizantino del V – VI secolo d.C. Fu Federico Zeri a definire “tappeti di pietra” l’ampia estensione dei pavimenti a mosaico, rinvenuta fra via Barbiani e via D’Azeglio, nel centro storico della città.

Rinvenimenti che non corrispondono solo alla Domus dei Tappeti di Pietra, fulcro dell’esposizione, ma anche ad altre numerose periodizzazioni che documentano la storia di Ravenna a partire dal periodo augusteo fino all’età medievale.

Il percorso espositivo della Domus è costituito da una passerella anulare, sopraelevata e autonoma rispetto alle superfici musive, dotata di piazzole e zone di sosta tali da permettere una fruizione a 360° dell’ambiente museale.

Non è possibile definire chiaramente la connessione cronologica e strutturale tra la Domus e la leggendaria residenza in cui fu ospitato Apollinare, tuttavia la presenza di una notevole quantità di scritti e studi in relazione a questa connessione hanno registrato la presenza di strutture abitative di alto livello nella zona in cui sorse il complesso ecclesiastico, mostrando come la zona benefici di una continuità abitativa e di utilizzo seppur con usi e scopi assai differenti.

Il “Buon Pastore” e la “Danza dei Geni delle Stagioni”

Oltre agli splendidi disegni e ornamenti (trecce, nodi, nastri intrecciati, squame e riempitivi floreali e vegetali) dei mosaici pavimentali, una menzione speciale meritano due decorazioni esposte in posizione verticale a causa della loro particolare delicatezza e difficoltà conservativa: la prima è il “Buon Pastore”, riquadro figurato che riporta una scena pastorale, dove il soggetto è stante con corta tunica, piccolo mantello triangolare e indossa alti calzari.

La seconda riguarda l’emblema della “Danza dei Geni delle Quattro Stagioni”, che originariamente si trovava al centro del pavimento maggiore (oggi vi è posta una copia identica), probabilmente relativo alla sala del palazzo dove venivano celebrati banchetti e ricevimenti, dato il collegamento fra l’ambito dionisiaco del soggetto rappresentato e il ruolo conviviale dell’ambiente in cui è inserito.  

Nel mosaico, disposto sulla parete occidentale dell’area museale, i geni danzano in cerchio tenendosi per mano e ognuno è riconoscibile poiché contraddistinto da colori e immagini strettamente legati alla propria stagione: l’Autunno è da identificare nel personaggio di spalle in primo piano con la testa rovesciata all’indietro, a sinistra la Primavera tiene per mano l’Inverno, mentre una lacuna nel pavimento musivo impedisce di verificare l’iconografia della figura a destra, comunque identificata con l’Estate.

Questo emblema rappresenta un’immagine anomala all’interno della produzione musiva pavimentale occidentale, che normalmente evita di ritrarre figure umane, così da far pensare che l’immagine sia di produzione orientale. Lo stesso girotondo danzante rappresenta una particolarità, poiché solitamente nelle rappresentazioni le stagioni si trovano isolate o, se in movimento, in andamento rettilineo così come è inteso il tempo cristiano, estraneo al concetto strettamente pagano di una circolarità ininterrotta che non prevede fine. Un’ulteriore particolarità è il fatto che i geni delle stagioni siano rappresentati con figure maschili, mentre solitamente le raffigurazioni sono femminili. Tutte queste caratteristiche rendono l’emblema ravennate un unicum nel suo genere.

Come arrivare

La Domus dei Tappeti di Pietra di trova presso la Chiesa di Sant’Eufemia in Via Barbiani nel centro storico di Ravenna.
E' raggiungibile in autobus con la Linea 1 fermata Piazza Baracca.
In auto il parcheggio più vicino è in Piazza Baracca.

Ingresso

Aperto tutto l’anno dal lunedì alla domenica. Chiuso il 25 dicembre

Biglietti
- Intero € 4,00
- Ridotto € 3,00
Visite guidate su prenotazione

Per maggiori informazioni:
Montevecchi G. (a cura di), Domus dei Tappeti di Pietra di Ravenna in Sistema Museale della Provincia di Ravenna, Grafiche Morandi, Fusignano,2008.

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Diplomata al Liceo Linguistico, laureata in Scienze della Comunicazione e in Scienze dello Spettacolo, ha al suo attivo anche un master, diversi tirocini e collaborazioni…tutti rigorosamente “senza scopo di lucro”. Spiegare cosa fa nella vita non è semplice e prova sempre un malcelato senso di imbarazzo quando le chiedono “Di cosa ti occupi?”...di tutto quello che la fa sentire viva, del suo Gigante Buono e delle persone che ama. Da sempre in bilico fra uno spirito impulsivo e infantile ed una mente autoritaria, riesce a non perdere l’equilibrio grazie ad anni dedicati alla danza, sua grande passione insieme alla fotografia e alla scrittura. E’ curiosa, determinata e pignola, un po’ egocentrica e sempre in cerca di nuove emozioni. Ama i pinguini e incantarsi a guardare la Luna.